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I racconti di p. Jack

Capitolo XVII
Chiesa della Martorana o dell’Ammiraglio o di S. Maria

Esterno della Martorana
Versante settentrionale così come doveva apparire anche nel XII sec.

Lo sguardo del viaggiatore e poeta andaluso Ibn Jubayr

Lascio a Ibn Jubayr, mercante musulmano, la descrizione.

Era di passaggio in Sicilia nel suo viaggio di ritorno in Spagna dopo un naufragio. Scripsit: “Uno dei monumenti dei più stupendi dei cristiani di questa città è la chiesa detta dell’Antiocheno” (Giorgio di Antiochia di origine siro-anatolica). “La vedemmo il dì di Natale ch’è di lor feste principali; onde sì era raccolta gran tratta d’ uomini e donne: Questo edificio ci offrì una vista che mancan parole a descriverla ed è forza tacerne, perché quello è il più bel monumento del mondo. Le pareti interne son dorate o son tutte di un pezzo d’oro, con tavole di marmo a colori che uguali non furono mai viste: tutte intarsiate da musaico d’oro; inghirlandate da fogliame con musaici verdi, … le finestre in alto di color d’oro accecante…destavano una tentazione che noi ne domandammo aiuto ad Allah” (trad. Amari).

Il committente Giorgio di Antiochia Grande Ammiraglio del Regno di Sicilia

Quest’anno è in esposizione nella chiesa una pergamena del 1143, con la quale l’Ammiraglio, col consenso del re, assegna al Clero greco, un fondaco in Misilmeri per il sostentamento. Il documento in arabo inizia con la frase di rito “Sia lode ad Allah”. La firma in greco recita in calce: “+ Io, l’Arconte degli Arconti, Giorgio, l’Ammiraglio, ho confermato +++”.

In lingua greca e araba con questa pergamena Giorgio di Antiochia consegna la Martorana al Clero greco insieme a un fondo in Misilmeri

S. Cataldo e la Nostra, poste su una collinetta, dominavano la città e il vicino porto della Cala che era molto più esteso di oggi.

Sono gli evidenti segni della forza e della tenacia della cultura religiosa e artistica bizantina, specialmente in Palermo nel s. XII. I suoi sovrani, miravano ad insediarsi sul trono imperiale di Costantinopoli! La dinastia Altavilla adottò in toto dai Basilei bizantini arte, cultura, vesti, coreografie, Stato, grandezze.

Giorgio di Antiochia, particolare di mosaico del XII sec.

È certo che a vederla oggi, questa chiesuolina in rapporto alle chiese barocche, ci fa rimanere un po’ confusi. La Martorana (chiamiamola così) è un monumento frutto di troppe, troppe tappe, trasformazioni interne ed esterne con differenti cicli pittorici, dal XII al XVIII s. Chi la volle fu un uomo di cultura e rito-bizantino (grecofono come Majone), mentre i loro successori furono latini. Giorgio, che a tempo perso faceva anche il pirata per il suo re, fu colui che portò, schiave dalla Grecia (da Tebe), le tessitrici del laboratorio regio, per la magnificenza degli abiti di corte. Lui invece si fece costruire la sua chiesa privata per ringraziare la Madonna!

Chiesa della Martorana: fondazione

Ma torniamo alla Nostra. Questa la costruì a casa sua, vicino ai bastioni che delimitavano la città dal quartiere ebraico. Fu l’Ammiraglio stesso l’ideologo della scenografia l’incoronazione del re Ruggero, su modello costantinopolitano, si trova all’interno della chiesetta, e lui stesso è chino alla madonna. La chiesa è dedicata alla Madre di Dio (Theotokos), fu costruita in varie riprese a partire dal 1143, preceduta da un Nartece (era un vestibolo ricavato all’esterno per i catecumeni), cui era connesso un cortile colonnato che più tardi servì per l’interno della chiesa. Sotto questo portico si riunivano gli scrivani della comunità bizantina per redigere i loro atti. Il campanile fu costruito da ultimo, un po’ più tardi: elegante e slanciata costruzione (oggi entrata) con il piano terra e tre piani riccamente decorati con bifore molto slanciate. In cima c’era una cupoletta come quelle di S. Cataldo, ma azzurra.

Chiesa della Martorana: pianta e apparato decorativo

La chiesa era a croce greca con bracci uguali, iscritti in un quadrato, sormontato su di una cupola su tamburo poligonale sostenuto da quattro colonne. Le tre absidi sono “orientate” (Gerusalemme) secondo la tradizione bizantina. Il modello fu probabilmente la chiesa della Teotocos nel palazzo imperiale di Istanbul dell’800, di cui ci sono altri esempi in Italia.

A sinistra, pianta originaria della chiesa bizantina, a destra la trasformazione latina

Il modello di questa piccola chiesa ha avuto notevole successo e si è evoluto, ne son esempio lo stesso duomo di Palermo, quello di Monreale e addirittura la Magione.

Lo spazio geometrico della croce latina non vale solo sotto il profilo strutturale, è funzionale alla liturgia di rito bizantino. I cicli pittorico-didattici e la liturgia del rito bizantino, hanno organizzato il programma. I temi sulle pareti e il soffitto sono una didattica religiosa.

Fermiamoci qui per risentirci anche su S. Cataldo e Majone.


Se ti sei perso il capitolo precedente…

Capitolo XVI – La Gancia
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