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I racconti di p. Jack

Capitolo IV: “Parcheggi”

A proposito di parcheggi a Palermo e Bronx

Tanto tempo fa, prendiamola da lontano, decisi di andare in vacanza lì nel Bronx, c’erano ancora le Twin Towers.

Ero ospite delle Suore di Madre Teresa, mi mantenevo dicendo loro la Messa, facendo servizio per i pasti, pulendo i locali. Mi ricordo che una suora texana mi disse che avevo fatto un buon lavoro, proprio ben pulite le pentole, “come la Messa” che avevo celebrato poco prima. Eravamo un bel gruppo di volontari da varie parti del mondo, ero l’unico prete e l’unico italiano. Le chiamavamo le vacanze alternative.

Le suore avevano varie comunità, a me interessavano quelle che lavoravano con i malati terminali di Aids, dato che in Albania stavamo aprendo un centro di accoglienza per ragazzi con problemi di droga e di Aids, mi volevo istruire prima che dopo. Finalmente ci arrivai a Christopher Street al centro e a duecento metri dalle Torri era “il posto”. Scoprii dopo che eravamo dirimpettai al famosissimo e primo locale “alternativo” degli States.

Ma torniamo al parcheggio delle suore. Se vi capita di vedere un film americano sapete che i parcheggi lì si trovano sempre, mica come a Palermo dove è un incubo. Ma non è vero, lì il problema non è il traffico, piuttosto i parcheggi. La Polizia è impietosa e dura, si direbbe che non guarda in faccia a nessuno, e questo è vero! Li vedi girare dappertutto, a ruote felpati come pantere. Una volta vidi, dalla finestra del quarto piano, quello che fecero a un disgraziato che aveva comprato una birra e se la beveva in strada… lì si che sembrava di essere in un film.

Per l’ennesima volta ho visto giorni fa due grosse macchine stanziare in mezzo alla piazza della Martorana, con autisti e tutto il resto, eppure è proibito. E non è finito, in una piazza lì vicino ci sono 14 segnali di divieto di sosta e rimozione. Ma è proibito parcheggiare perché è pieno di macchine… Da due anni c’è anche la minaccia di rimozione, invano.

Conclusione, infine non salii mai sulle Towers, costava troppo e c’era una lunga coda. E poi non mi interessava seguire la coda e non ero lì per fare il turista. Il motto della mia squadra è “adverso flumine.” Dopo aver sbattuto la testa a più non posso, mi ricordai La fattoria degli animali che conclude con questa morale: tutti gli animali sono uguali, ma qualcuno e più uguale degli altri”.

Dimenticavo: due mesi dopo, l’ 11. 9, mentre salivo la scalinata di Piazza Skanderbeg a Tirana seppi che le torri non c’erano più.

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